Circoncisione
La circoncisione (dal latino circumcidere, che significa “tagliare intorno”) consiste nella rimozione chirurgica del prepuzio dal pene umano.
La procedura tipica prevede che il prepuzio venga separato dal glande, quindi rimosso; successivamente si conclude con una sutura mucocutanea. Per alleviare il dolore e lo stress viene iniettata un’anestesia locale.
Si ricorre alla circoncisione soprattutto per motivi religiosi, ma in alcuni casi la motivazione può essere terapeutica; è considerata infatti un’opzione per il trattamento della fimosi patologica, della balanopostite refrattaria e per le infezioni croniche delle vie urinarie; è invece sconsigliata nei casi in cui siano presenti anomalie della struttura genitale o in generale cattive condizioni di salute.
Le posizioni espresse dalle principali organizzazioni mediche di tutto il mondo sono varie: in alcuni casi si ritiene che la circoncisione neonatale comporti un modesto beneficio per la salute, comunque superiore ai lievi rischi legati all’intervento; in altri casi la si ritiene priva di alcun beneficio e anzi significativamente rischiosa per chi vi si sottopone. Nessuna grande organizzazione medica consiglia la circoncisione universale per tutti i maschi neonati, fatta eccezione per le raccomandazioni promosse dall’Organizzazione mondiale della sanità per alcune zone dell’Africa.
Circa un terzo dei maschi di tutto il mondo è circonciso. La procedura è molto diffusa nel mondo musulmano e quasi universale presso gli ebrei negli Stati Uniti, in parte del sud-est asiatico e in Africa. È invece relativamente rara in Europa, in America Latina, in alcune zone del Sudafrica e in gran parte dell’Asia.
L’origine storica della circoncisione non è nota con certezza e la più antica testimonianza documentata proviene dall’Egitto. La pratica fa parte della legge ebraica ed è una prassi consolidata per l’Islam.