Posizione del missionario

La posizione del missionario rappresenta una particolare posizione che due partner assumono durante il rapporto sessuale. La posizione prevede che la donna sia sdraiata supina e l’uomo sopra di lei, in modo da trovarsi l’uno di fronte all’altra.

Questa posizione viene comunemente associata alla sessualità eterosessuale, ma in realtà viene spesso utilizzata anche nei rapporti omosessuali.

La posizione del missionario può essere eseguita sia durante la penetrazione sessuale sia nel sesso non penetrativo e si ritiene che favorisca la deflorazione e la fecondazione.

Prevede numerose varianti che permettono diversi gradi di stimolazione del clitoride, profondità di penetrazione, partecipazione della donna, probabilità e velocità dell’orgasmo.

Questa posizione è in genere la favorita delle coppie perché permette di godere di aspetti romantici come la possibilità di guardarsi negli occhi, il contatto pelle a pelle, baciarsi e accarezzarsi. Oltre a ciò consente all’uomo di controllare il ritmo e la profondità della spinta pelvica, ma la donna può comunque assumere un ruolo attivo muovendo i fianchi, aumentando la propria stretta con gambe, spingendo i piedi contro il letto.

Etimologia e Storia

Prima della pubblicazione nel 1948 del lavoro di Alfred Kinsey la posizione del missionario era conosciuta con diversi nomi. Nel volume “Sexual Behavior in the Human Male” descrive il comportamento sessuale maschile rilevando la diffusa preferenza degli americani di questa particolare posizione che battezzò “English-American position”.

Riflettendo poi sul lavoro di Bronisław Malinowski intitolato “La vita sessuale dei selvaggi nella Melanesia nord-occidentale” individua tra gli abitanti delle isole Trobriand l’uso quasi universale di una posizione totalmente differente, ossia la posizione da dietro; inoltre questi prendevano in giro la “English-American position” chiamandola “posizione del missionario”. Nessun lessicografo e studioso di sessuologia aveva mai trovato l’uso di questo nome prima della nomina da parte di Kinsey.

Nel 2001 Robert Piest esaminò nuovamente le origini del termine e giunse alla conclusione che il sessuologo statunitense nel coniare il nome aveva confuso e tradotto malamente diverse frasi.

Nonostante questo il termine venne largamente accettato: gli scrittori iniziarono ad utilizzare l’espressione a partire dagli anni sessanta, fino a quando Alex Comfort la utilizzò nel suo best seller “La gioia del sesso” nel 1972. Infine la definizione approdò all’Oxford English Dictionary nel 1976. Da quel momento in poi si diffuse anche ad altre lingue.

Varianti

La posizione del missionario può avere diverse varianti, quella classica coinvolge un uomo e una donna, con la donna sdraiata sulla schiena e l’uomo sopra. Le varie posizioni possono variare l’angolo e la profondità di penetrazione del pene.

Posizione di base

La donna giace supina con le gambe allungate o rialzate verso il petto e con le piante dei piedi appoggiate, mentre l’uomo esegue la penetrazione standole sopra; in questo modo può controllare e decidere autonomamente la forza, la profondità e il ritmo delle spinte.

Posizione a gambe intrecciate

Il movimento della donna viene limitato dal peso del partner sopra, ma generalmente le gambe e le braccia rimangono libere di muoversi. Tanto più in alto mantiene le gambe e tanto più profonda risulterà la penetrazione. Quando tiene le gambe sollevate la donna ha un minore controllo del ritmo delle spinte; sollevando invece il bacino riduce l’angolo di penetrazione abbassando così il livello di stimolazione clitoridea. Le gambe della donna possono rimanere allungate o rialzate verso il petto o avvolgersi attorno al partner a varie altezze; quando appoggia le gambe sulle spalle dell’uomo o chiude le caviglie attorno al suo collo, la posizione viene definita “ostrica viennese”.

Posizione a farfalla

La donna è sdraiata sulla schiena con i fianchi sul bordo di una qualsiasi piattaforma (letto, tavolo, scrivania o altro), mentre l’uomo la penetra stando in piedi. In questo modo la donna può muovere il corpo liberamente, può lasciare penzolare le gambe oltre il bordo, tenerle sollevate, o ancora appoggiarle su quelle dell’uomo. Qui la donna ha una maggior capacità di muovere il bacino e/o inarcare la schiena, mentre l’uomo può aumentare o limitare a piacimento il movimento del proprio bacino. La donna inoltre non è appesantita dal corpo dell’uomo appoggiato completamente sopra il suo. Questa posizione aggiunge varietà all’inclinazione e profondità di penetrazione e generalmente permette all’uomo di ritrarre quasi completamente il pene per assestare poi spinte più forti e veloci.

Rapporto omosessuale

La posizione del missionario può essere assunta sia dalle coppie omosessuali maschili sia femminili ed eseguendola si può compiere anche la penetrazione durante il sesso anale. Le gambe del partner che assume il ruolo passivo stanno sollevate in alto, con le ginocchia piegate verso il petto, e con una sorta di supporto (ad esempio un cuscino) sotto i fianchi può tenersi maggiormente sollevato con le natiche.

Anche il tribadismo può  avvenire nella posizione del missionario, la pratica consiste nello sfregamento reciproco dei genitali; le coppie femminili possono impegnarsi nella posizione del missionario usando un giocattolo sessuale o le dita per stimolare il clitoride.