Scopare

L’accezione più comune del termine scopare rappresenta l’azione di spazzare con la scopa. Diversamente il termine scopare è sinonimo di avere un rapporto sessuale.

Può assumere anche il significato di colpire, percuotere con una frusta realizzata con fusti di scopa, una punizione, questa, diffusa nel Medioevo e nel Rinascimento.

L’uso metaforico del verbo scopare in accezione oscena è da ricollegarsi all’utilizzo di termini legati a fori e angoli per indicare l’organo sessuale femminile (per esempio buco, pertugio, fenditura eccetera): il pene-scopa è l’attrezzo che pulisce il foro o l’angolo della donna. L’analogia è rafforzata dal carattere ritmico del movimento.

Sembra che l’utilizzo di questo termine in senso equivoco abbia origini molto antiche, in quanto lo ritroviamo in alcuni scrittori greci come Saffo e Anacreonte.

Ciò di cui non abbiamo una spiegazione è lo straordinario successo del termine scopare rispetto ad altre voci come spazzare o ripulire, il cui uso osceno è documentato nei canti carnascialeschi toscani del XV e XVI secolo.

Un’ipotesi è quella di collegare il successo di questo termine all’ambito romanesco. Infatti il primo a usarlo in modo sistematico sembra essere stato il poeta dialettale romano Giuseppe Gioacchino Belli (1791-1863) nei suoi Sonetti nel 1831.